mercoledì 5 febbraio 2014

OGGI INVESTIAMO IN CAPITALE UMANO E TECNOLOGIA e A BREVE RACCOGLIAMO I FRUTTI

 

In tutto il mondo si stanno cogliendo i primi campanelli per una “ripresa economica”. Il 61% degli ottimisti si trova in Usa, Cina, Canada e Spagna. Purtroppo i manager italiani sono meno fiduciosi e si attestano solamente intorno al 51%. Per attuare una vera e propria ripresa occorre analizzare i nuovi mercati e le nuove opportunità di business in modo completamente differente, ovvero le aziende devono sapersi reinventare, ricostituire, avere processi scalabili ed essere snelle.

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Occorre utilizzare strategicamente ed in modo innovativo tutte le piattaforme tecnologiche digitali, comprese quelle collaborative, blog e social networking. Inutile continuare ad investire in tecnologia solo per migliorare l’efficienza dei processi e ridurre i costi. Bisogna aprirsi a nuovi mercati con prodotti e servizi validi ed innovativi e bisogna cercare di massimizzare l’efficienza interna aziendale per cogliere al volo tutte le opportunità.

Non bisogna dimenticare anche alcuni aspetti dei nuovi mercati internazionali, per es: Detroit sta fallendo (e quindi le aziende produttive che applicano metodologie vecchie) mentre NewYork, il Canada, la Cina stanno prosperando. In Europa la Grecia versa in condizioni drammatiche mentre Germania, Regno Unito e paesi nordici sono in fase di crescita sostenuta.

Purtroppo in Italia il digitale è ancora molto indietro: mancano le linee veloci, manca una regolamentazione sull’uso delle nuove tecnologie ed anche e soprattutto sul tele-lavoro, ci si trova in difetto formativo, le aziende sono restie all’utilizzo di piattaforme collaborative e di social networking anche aziendale considerandole una “perdita di tempo” e un modo per i lavoratori di “evadere” da quelli che dovrebbero essere i loro compiti quotidiani.

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Su alcuni temi purtroppo non si puo’ agire aziendalmente in quanto è il nostro scenario politico che deve mettere in campo le dovute contromisure: banda larga, legislazione sulla flessibilità del lavoro, ecc…

Su altri temi invece si puo’ investire e parecchio e le aziende più lungimiranti e innovatrici hanno già fatta loro questa nuova “sfida”:

clip_image004Occorre investire sulle nuove tecnologie in modo innovativo e consapevole, non guardando solo al mero risparmio di costi ma ricercando e adottando le soluzioni migliori e affidabili per lo sviluppo di nuovi business. Bisogna scegliere in ottica di lungo periodo e non solo per tamponare una situazione critica attuale.

 

clip_image005L’investimento sul capitale umano è ancor più importante di quello sui beni materiali: istruzione e formazione sono al primo posto come fattori di miglioramento della competitività aziendale e di un Paese. La formazione, purtroppo, in Italia è ancora guidata in modo preponderante dall’offerta più che dalla domanda proveniente dai lavoratori ed inoltre è più orientata al controllo delle persone che non al loro effettivo accrescimento.

 

clip_image006Bisogna affidarsi ad una formazione continua interna aziendale mappando i mestieri e i mercati del futuro per trovare le competenze necessarie senza dimenticare che le stesse competenze possono già risiedere all’interno del bacino dei lavoratori di un’azienda che oltretutto sono già formati alla Cultura Organizzativa e al sistema di Valori della stessa e non necessitano quindi di costi iniziali di inserimento.

Favorire lo scambio di ruoli in base al bisogno, la possibilità di creare nuove figure attingendo dal proprio organico e la responsabilizzazione delle persone sono fattori importanti per sviluppare velocemente nuovi business. Se all’interno di un’azienda si ha bisogno in un determinato periodo di persone di profilo “B” e si hanno a disposizione persone di profilo “A” non sempre è necessario licenziare “A” ed assumere “B” per far fronte al bisogno, molte volte le competenze possono già essere presenti all’interno dell’azienda e basterebbe optare per degli scambi interni favoriti dalle attività formative presenti o disponibili sul mercato. Proprio per avere sotto controllo le competenze interne e le possibilità bisogna attivare l’adozione di quelle piattaforme collaborative come community (es. Yammer ) , blog , forum, social network (interni ed esterni) non solo all’interno della rete aziendale ma anche all’esterno. Alcune piattaforme potrebbero essere estese anche a clienti e/o fornitori/erogatori di servizi per favorire le iterazioni.

clip_image007Con la digitalizzazione la mentalità deve cambiare: non bisogna più studiare e poi mettere in pratica ciò che si è imparato ma bisogna avere una visione chiara dei propri bisogni ed obiettivi per adottare le soluzioni tecnologiche digitali più opportune e affidarsi a percorsi formativi in grado di sviluppare le competenze di cui si ha effettivamente necessità.

Se le aziende italiane, anche e soprattutto le PMI investissero quindi maggiormente ed in modo intelligente in tecnologia e formazione e lo Stato attuasse le politiche digitali di cui tanto parla da anni si potrebbe veramente auspicare una ripresa positiva e dare la possibilità alle aziende italiane di crescere in modo consistente nel futuro scenario e soprattutto il nostro Paese invertirebbe la tendenza negativa di disoccupazione prevista ancora per tutto il 2014.

Non serve aspettare gli uni gli altri, è necessario partire pensando prima di tutto al proprio interesse: l’investimento in capitale umano è possibile, la formazione puo’ essere erogata in forme innovative e le nuove tecnologie sono disponibili a costi accessibili.

giovedì 30 maggio 2013

Un'opportunità per le Imprese : Verificare la propria capacità di fare innovazione


Premio Imprese per Innovazione 2013


Si avvia la VI edizione del Premio Imprese per Innovazione che Confindustria realizza avvalendosi della collaborazione di APQI - Associazione Premio Qualità Italia - e di esperti valutatori nel campo dell'innovazione e della qualità.

L'obiettivo è assegnare un riconoscimento alle migliori imprese in grado di mantenere e accrescere il proprio vantaggio competitivo attraverso l'innovazione a 360 gradi e offrire l'opportunità di effettuare un check-up approfondito sul processo di innovazione aziendale.

Dallo scorso anno il Premio è legato alle tematiche di Expo 2015.
Il modello adottato fa riferimento al framework per l’innovazione dell’EFQM – European Foundation for Quality Management - , un modello di eccellenza collaudato e internazionalmente riconosciuto non solo per valutare lo “stato” di un’organizzazione relativamente alle aree di Qualità ed Innovazione, ma per accrescere la cultura d’impresa.

Il percorso prevede due passaggi:
1.    il Questionario (suddiviso in due sezioni), che le imprese dovranno compilare online;
2.    l'Application guidata, che richiederà la descrizione delle attività, con riferimento ai punti del questionario per una valutazione delle politiche di innovazione, dell'organizzazione del processo e delle prestazioni aziendali conseguite grazie alle attività innovative.


L'application guidata e l’informativa per la privacy devono essere inviate all'indirizzo di posta elettronica 
premioixi@confindustria.it assicurandosi di ricevere una risposta di avvenuta ricezione da parte di Confindustria.

La scadenza
per la compilazione del questionario
e dell'application guidata è stata prorogata al
7 Giugno 2013



Premio dei Premi
Confindustria con il Premio IxI partecipa anche quest'anno, per la categoria Industria e Servizi, al Premio Nazionale per l'Innovazione, che sarà assegnato anche alle prime 9 imprese vincitrici del premio IxI (6 per la categoria piccole e medie imprese, 3 per la categoria grandi imprese).

Il Premio Nazionale per l'Innovazione ("Premio dei Premi") è un'iniziativa del Governo italiano promossa con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 aprile 2008 che ha previsto la Giornata Nazionale dell'Innovazione. Il Premio è istituito su concessione del Presidente della Repubblica Italiana, presso la Fondazione Nazionale per l'Innovazione Tecnologica COTEC. L'obiettivo del Premio è valorizzare e sostenere le migliori capacità innovative e creative di aziende, università, amministrazioni pubbliche, enti o singoli ideatori, anche al fine di favorire la crescita della cultura dell'innovazione nel Paese. La cerimonia di premiazione si svolgerà al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica.





Per Partecipare: www.confindustriaixi.it 

lunedì 27 maggio 2013

Crisi Economica, Reti di Impresa ed Agevolazioni


L’importanza delle PMI in Europa e soprattutto in Italia è statisticamente nota.
Il 94,8% del tessuto economico italiano è costituito da imprese di piccole dimensioni con un numero di addetti inferiore a 10 unita. Il numero medio di dipendenti, su un totale di quasi 4 milioni e mezzo di aziende è meno di 4 lavoratori per impresa. Le PMI con meno di 10 dipendenti coinvolgono il 47,8% della forza lavoro nazionale e generano il 31,9% del valore aggiunto con preponderanza al Nord Italia.

In tempo di crisi come quello attuale le PMI sono più vulnerabili per molti motivi, come ad esempio:

-          Struttura finanziaria debole
-          Difficoltà nel ridimensionamento in quanto già ridotti all’osso
-          Nessun rating e forte dipendenza dal credito.
-          Notevole difficoltà di accesso ai finanziamenti
-          Difficoltà nell’acquisizione di nuovi clienti, soprattutto nell’ambito di un mercato B2B.

Ma come si presenta l’Italia nel panorama Europeo durante questa crisi che è la più grave degli ultimi decenni ?
  • Negli ultimi 6 anni si registra una notevole perdita di competitività da parte delle PMI italiane soprattutto nei confronti degli altri paesi Europei ed Extraeuropei: Italia a -5,2% mentre la Germania è in crescita del 6%. 
  • il valore aggiunto e il fatturato per addetto calcolati sui dati italiani sono più bassi di quelli degli altri Stati UE
  • La densita delle PMI Italiane è nettamente al di sopra della media europea 

  • le PMI italiane sono più indebitate delle altre PMI europee e sono altresì caratterizzate da una peggiore situazione di liquidità.
  • estrema difficoltà nell’accesso al credito, soprattutto bancario, in relazione all’aumento sia dei tassi di interesse sia degli altri costi di finanziamento. Anche l’aumento delle richieste di garanzie (quasi sempre reali) è un elemento particolarmente oneroso per le PMI, le quali, a causa delle minori dimensioni, possono anche non disporre di strumenti di garanzia adeguati.


Gli aspetti più problematici per le PMI sono sostanzialmente riconducibili alla ricerca di opportuni mercati di sbocco (finding customers) e alla possibilità di accedere al credito (access to finance e regulation).

Tutta l’Europa è attenta a questi fenomeni e vengono attuati interventi Comunitari  finalizzati sia al sostegno della PMI sia a favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali.

Interventi che negli ultimi tempi sono sempre più rivolti alle Start-up , al sostegno alle start-up innovative, ai sostegni all’innovazione tecnologica e all'apertura verso i mercati esteri.

               
E’ da considerare però che le piccole aziende, se vogliono sopravvivere in questo difficile scenario economico devono imparare a creare “rete” , collaborare in associazioni e reti d’impresa sia a carattere nazionale che Internazionale.  Non devono però annullare la propria identità e tantomeno perdere le peculiarità per cui sono nate.





Fare rete per:

  • Incrementare la produttività e la competitività
  • Condividere conoscenze e competenze
  • Sviluppare maggiore potenzialità innovativa
  • Conquistare nuovi mercati e internazionalizarsi
  • Certificare la qualità del proprio processo produttivo
  • Razionalizzare i costi di gestione

 

Già dal 2011 Unioncamere e Confapi hanno stipulato un’alleanza strategica per la diffusione delle reti di impresa impegnandosi anche nel sostegno all’attività di validazione dei contratti di rete nella prospettiva di offrire idonei strumenti di garanzia per la realizzazione di queste importanti forme di aggregazione delle imprese. 

Oggi, nel 2013 si sono raggiunti sviluppi di rilievo sia in ambito della normativa che dell’accesso ai finanziamenti. Non è più necessario un atto pubblico dal notaio per la costituzione della rete di impresa ma sono  sufficienti  una scrittura privata autenticata, ovvero per atto firmato digitalmente a norma dell’articolo 25 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 826. Con la registrazione possono avere un Fondo Patrimoniale Comune e un Organo comune. Costituzione di rete in 4 modi: Contratto di rete, ATI, Contratti di Consorzio e  gruppo cooperativo paritetico.

 
E ultimo, ma non meno importante, la disponibilità di Contributi attivi per le Reti di Impresa come:

·        Bando Sostegno alle Reti di imprese della regione Lombardia con una dotazione finanziaria complessiva di 6 milioni di euro.
      (E’ stato prorogato fino al 13/07/2013 ed è stato abrogato il limite di 120 giorni della stipula del contratto di Rete come requisito di Ammissione).


 Sulla pagina INIZIATIVE di NetManagers ci sono maggiori dettagli sul bando.


 

 

lunedì 21 gennaio 2013

Le nuove frontiere del commercio digitale


E-COMMERCE vs COMMERCIO TRADIZIONALE.

I nuovi mercati vanno affrontati con gli strumenti adatti, altrimenti si rischia di affrontare una battaglia contro nemici che hanno i mitra automatici con le nostre fionde.
C’è bisogno di innovazione, occorre focalizzare lo sguardo oltre l’ideazione e l’ingegnerizzazione del solo prodotto per cercare una modernizzazione dei processi gestionali e operativi.

L’E-Commerce in Italia è uno strumento ancora scarsamente utilizzato: 6% del fatturato globale : consumer, business e Government  contro il 30% di quello solo Consumer della Gran Bretagna.
Molti pensano che l’E-Commerce sia semplicemente una vendita di prodotti via Web, ma non è così. E’ molto di più.


In un sistema tradizionale, per esempio tramite punto vendita, non si hanno informazioni sul cliente per cui, in questo caso, la vendita online costituisce un ottimo metodo di raccolta dati, tramite la registrazione per l’acquisto, di dati del Cliente per successive campagne promozionali, offerte, scontistiche o quant’altro.

L’apertura di punti vendita o l’utilizzo di agenti/rappresentati  rappresenta un costo non indifferente per  l’area commerciale con ridotte possibilità di espansione delle aree di mercato dal punto di visto geografico.  Un buon e-commerce permette l’abbattimento di questi costi  e proprio grazie alla profilazione della clientela e offre elementi di competitività in più rispetto al mercato tradizional.L’utilizzo della rete permette di essere presenti su qualsiasi mercato, senza costi strutturali da sostenere. A tutto questo bisogna aggiungere che, grazie all’integrazione del proprio sito Web aziendale, con l’e-commerce e con tutti i social network ormai a disposizione si ha la possibilità di incrementare la propria visibilità aziendale e dei propri prodotti con strumenti pubblicitari relativamente a basso costo. Inoltre l’avvento del mobile ha contribuito alla velocizzazione dei processi di acquisto/vendita/pagamento.



 


Il solo E-commerce non è però sufficiente per essere veramente competitivi e per avere successo. Non bisogna limitarsi alla mera realizzazione di un sito Web di vendita online. Occorre attuare un cambiamento mentale all’interno della propria organizzazione per capire che oggi è disponibile una nuova modalità di fare business potenzialmente  efficace se inserito in un contesto globale di digitalizzazione del processo gestionale: dalla gestione dei fornitori, all’immissione degli ordini per arrivare alla fatturazione e al pagamento. Questo processo, fatto con gli strumenti giusti ed accompagnato anche da strumenti di collaborazione e produttività pubblici (magari erogabili tramite il Cloud) fa guadagnare in efficienza. Questa efficienza si traduce praticamente in una riduzione dei costi, nel contenimento dei margini, nella possibilità di essere maggiormente flessibili e tempestivi nelle eventuali inversioni di rotta o tendenza.

Per quanto riguarda il mercato B2B la scelta di strumenti efficaci sia di e-commerce che di gestione e collaborazione offre inoltre la possibilità di uno scambio di informazioni superiori tra le aziende. Da la possibilità di condurre trattative rapidamente, di essere più tempestivi nei servizi di delivery. Nel mercato dei servizi l’erogazione degli stessi viene attuata in modo maggiormente strutturato e con tempistiche ridotte.

Il Cloud, l’esternalizzazione di alcuni servizi, la fruizione di servizi on-demand o in abbonamento, la digitalizzazione dei processi sono carte vincenti per:  abbattere i costi ed essere competitivi, ridurre l’incidenza delle attività manuali, i costi gestionali e dei vizi di non-conoformità.  L’E-Commerce deve essere una naturale conseguenza di questi cambiamenti strutturali organizzativi e non deve essere visto solo come uno strumento per andare sui mercati esteri, ma, proprio perché abbinato ad un cambiamento organizzativo interno , come il volano di generazione di benefici sul mercato nazionale.
 

Proprio per questi motivi non bastano i piccoli incentivi che vengono dati agli imprenditori per sviluppare un singolo sito web di e-commerce.


Occorre ricercare supporti, anche fiscali e finanziari, per digitalizzare i propri processi. Bisogna rendersi conto che non basta fare un bel sito web funzionante, ma occorrono serie strategie di marketing digitale, avvalersi di validi collaboratori per ridisegnare l’organizzazione e la gestione ed occorre sicuramente una maggiore collaborazione con le associazioni di categoria tramite convenzioni e/o contratti quadro e/o agevolazioni.

Quindi E-Commerce = innovazione, cambiamento organizzativo e gestionale, digitalizzazione, nuovi mercati e nuovi approcci, nuovo modello di business,  nuovi rapporti con il consumatore, con le altre imprese e con le istituzioni, maggiore utilizzo di internet e dei social network. 

Le nostre micro-imprese e PMI  sono veramente a conoscenza degli effetti collaterali di questi nuovi strumenti commerciali e vengono incentivati positivamente ?


Paola Pezzuto.
 

giovedì 27 dicembre 2012

EMERGERE: Nicchie e Mass-Market Innamoramento e Razionalità


Oggi più che mai  è sempre più difficile rimanere radicati allo stesso modello di business per anni e anni.

Nella vita ciascuno di noi tende ad innamorarsi dei propri prodotti, delle proprie competenze e del proprio business cercando di mantenerli per molto tempo. Questo è più che mai sbagliato in questo momento di cambiamenti epocali e di mercati sempre più saturi e difficili.

Gli imprenditori nel mercato moderno cercano delle nicchie in cui emergere con il business che “amano”.


 

Le nicchie, ovvero porzioni di mercato ridotte per via del bisogno di un ristretto numero di persone oppure perché il proprio prodotto  è talmente specifico da essere offerto scarsamente,  possono essere vantaggiose per almeno 3 motivi fondamentali:

-          La quasi totale assenza di concorrenza

-          Lo sviluppo verticale dell’expertise con la conseguenza di riuscire a soddisfare meglio le esigenze del proprio target di clientela

-          Il posizionamento a lungo termine nel mercato con dei prodotti che anche se non richiesti dalla massa hanno comunque una loro domanda

Ma questi pro sono in contrapposizione con il loro ovvio contro:

-          La domanda è per sua natura ridotta

-          In alcuni casi, con lo sviluppo di un’eventuale concorrenza, si potrebbe cedere alla tentazione di differenziare l’offerta creando delle ulteriori sotto-nicchie con il conseguente indebolimento della domanda

-          La costanza nel tempo è contraria al fattore “crescita” in quanto, una volta saturata la nicchia non si ha possibilità di sviluppo.

Queste nicchie non sono destinate a durare nel tempo e non sono sicuramente una fonte inesauribile di risorse.   Ai nostri giorni  il cambiamento da nicchia a mass-market e/o viceversa puo’ essere repentino ed ogni piccolo segnale lanciato dal mercato deve essere percepito e assimilato dagli imprenditori.

Allora bisogna ricercare nuovi modelli e nuove soluzioni. Questi nuovi modelli potrebbero non essere congruenti con il target di clientela che ci si era prefissati.

Occorre quindi uscire dagli schemi dell’”innamoramento” e far si che le competenze del core-business aziendale vengano applicate trasversalmente a segmenti di mercato attigui o affini.

Un esempio di attuazione puo’ essere dato dalle aziende che si occupano di “green economy”. Un’impresa che commercializza in prodotti di bellezza naturali , esenti da sostanze chimiche, nocive potrebbe estendere il proprio campo di attività a quello dei detersivi biologici, dei tessuti organici o quant’altro. 



Bisogna mettere quindi al centro le competenze e non i prodotti, cercando di rosicchiare quote del mercato di massa.

Sviluppare in modo trasversale le competenze significa fare un’attenta analisi ed elaborazione delle stesse, studiare i nuovi settori sia dal punto di vista dei consumi che della domanda, accrescere le conoscenze interne all’azienda con l’opportuna formazione e sfruttare il fenomeno della “coda lunga” a proprio vantaggio offrendo una scelta più ampia e a tratti specializzata per i consumatori.

Utilizzare internet e i social per sfruttare il colpo di coda in modo innovativo oggi si puo’ e si deve.

 
Paola.

martedì 4 dicembre 2012

Approccio competivio ai nuovi mercati ?


Per affrontare i nuovi mercati ci si puo’ basare su un approccio tradizionale competitivo o è opportuno attrezzarsi per nuovi modelli di Business ?

Secondo me non ha più senso basare tutto il proprio business sulla competitività perché tutti sono estremamente interconnessi. Le barriere naturali che prima permettevano di coltivare il proprio orticello di clienti fedeli  da tempo non esistono più e quindi occorre pensare a modelli alternativi e magari più collaborativi.
 


Il vecchio modello di lotta tra competitors per aggiudicarsi una maggiore fetta di domanda all’interno dello stesso settore e dove c’è completa assenza di innovazione non puo’ più funzionare. In questo tipo di mercato della competizione spietata , normalmente identificato con il nome di “oceano rosso” , non esistono più segmenti  per realizzare alti margini di profitto e la concorrenza è sempre più difficile da combattere per  via del fenomeno della “globalizzazione”.

 Occorre quindi che i manager e gli imprenditori imparino a sviluppare un pensiero laterale per l’approccio al mercato e puntino sull’innovazione di valore.  Occorre ricercare quella parte di mercato libera, con magari una struttura differente dalla propria, e con buon senso critico cominciare a esplorare i nuovi territori.


 I non-clienti  molto lontani dal proprio settore, i nuovi spazi di mercato , la nascita delle partnership, il fenomeno social, l’abbattimento delle frontiere comunicative, la variazione delle strategie di consumo della clientela, ormai basata sul “basso costo” oppure “innovativo o di qualità” e quindi di valore, rappresentano le nuove porzioni di mercato dove operare decidendo le nuove regole eventualmente in accordo con altri partner.  Questa nuova strategia, comunemente identificata con il nome di “oceano blu” permetterà quindi di sopravvivere in questo mondo “globale” e soprattutto di creare nuove sinergie per destreggiarsi in mondo competitivo differente.

Il successo non dipende quindi  dalla concorrenza spietata né da costosi budget di marketing e R&S, ma da mosse strategiche brillanti, adatte a un uso sistematico da parte di tutte le imprese siano esse grandi o medio-piccole.

Metodologicamente si tratta di creare la curva di innovazione del valore facendo leva su 4 cardini fondamentali:  eliminare le obsolescenze e le cose di scarso interesse, ridurre i costi di struttura e gestione , migliorare le attività e gli approcci richiesti dal mercato e creare nuovi prodotti/soluzioni.  Solo con l’azione integrata delle quattro leve e grazie alle collaborazioni che possono nascere dalla nuova strategia si ottiene una vera curva di valore positiva.

Emblematico è il caso del Cirque du Soleil che ha saputo “reinventarsi” al punto da diventare per fatturato indiscusso leader di mercato.  Il Cirque du Soleil, in crisi come la gran parte della concorrenza: ha eliminato le star internazionali, i numeri con animali, l’utilizzo di più piste; ha ridotto la struttura ad un solo tendone; ha deciso di migliorarsi aumentando i numeri di divertimento, suspense, musicali;  ha deciso di rivolgersi  ad un nuovo target di clientela, non più solo quella dei bambini e delle famiglie ma anche agli adulti ed ai professionisti pronti a pagare un prezzo più alto per allietarsi di elementi nuovi presi da altri settori come ad esempio il teatro, la danza o l’ambiente musicale.

 

venerdì 9 novembre 2012

Verso un mondo differente

Netmanagers.it è nata con una visione: traghettare le PMI attraverso il guado che le porterà nel nuovo mondo. Oggi noi abbiamo finalmente chiaro non solo perché, e come sia inevitabile questo periodo  in cui tutto sembra in crisi, ma sappiamo anche che non è un periodo passeggero, e tutto dipende dalla velocità con cui l’economia, le persone e la politica, sapranno riorientarsi peimager esistere in modo differente rispetto al passato. Per fare alcuni esempi, siamo in un tratto di autostrada prima di un restringimento di corsie da 3 a 1, dopo ci si muove, ma prima del restringimento è coda ferma; siamo come all’inizio del secolo scorso con la prima e seconda rivoluzione industriale, infatti siamo nella terza rivoluzione industriale. Nel campo dell’informazione stiamo vivendo il periodo del passaggio dal papiro scritto a mano al libro stampato che ha diffuso la cultura tra i popoli, ma siamo ancora analfabeti.image

Se fate attenzione ai segnali, avrete sentito altri che parlano di questo periodo come un momento storico di forte cambiamento e pieno di opportunità, pochi però vi dicono quali sono gli strumenti per sopravvivere al cambiamento. E soprattutto quali sono quelli per vivere nel nuovo mondo in modo nuovo.

Volete alcune indicazioni?

Parlando di aziende: chi sopravviverà nel nuovo mondo?

Noi sappiamo che nel  B2C saranno.

  1. Le aziende del Lusso,
  2. quelle dell’Innovazione e Design
  3. e quelle Low Cost/High Quality.

Siete B2B, accodatevi alla filiera vincente.

Non sapete come affrontare il cambiamento? dovete fare prima di tutto il Check up del business. Potreste  decidere di anticipare la riconversione ad un business differente dei capitali liquidando o avere bisogno di cambiare i processi, la tecnologia e l’approccio alle persone.

Si, ma poi? Noi abbiamo anche gli strumenti per aiutarvi nel cambiamento.

Prima però vi aiutiamo a  comprendere a fondo quali sono le direzioni che potreste intraprendere: filiera Low Cost/High Quality, Innovazione e Design o Lusso?  Ovviamente i costi di riconversione sono più o meno alti partendo da dove siete ora, e i vostri punti di forza e debolezza saranno evidenziati dal Check up.

Una volta decisa la direzione si parte con il progetto di riconversione industriale agendo sui processi con Net Managers, sulla tecnologia con Cloudea e sulle persone con Skilla. Tutto ciò avendo sempre chiara la visione, la bussola.

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Insomma come se ci si allineasse prima di altri al nuovo modello economico. I clienti arriveranno con l’attività di marketing mirata e finalmente la vostra azienda non aspetterà la crescita del PIL ma sarà una di quelle che il PIL lo faranno crescere!!

Sembra tutto semplice detto così, ma qualche investimento bisogna farlo, noi sappiamo anche come e dove trovare i fondi.

Voi dovete solo investire 2 ore per ascoltarci.


www.netmanagers.it